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Long Covid e Salute Mentale: La Mia Esperienza al Centro di Salute Mentale

  • Vivere a vista
  • 14 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

 

Questa mattina sono stato al Centro di Salute Mentale (CSM). Si tratta di ambulatori sul territorio che si occupano di curare i pazienti con disagi psichici e offrono numerosi servizi, dalla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione da patologie psichiatriche.


In questi tre anni di Long Covid mi sono affidato a professionisti della salute mentale. Vado con regolarità da una psicologa, che mi sostiene nel sopportare tutti i disagi causati dalla malattia. Ci sono momenti in cui il dolore per la perdita del “mio vecchio Io” sale prepotente e senza controllo. È un lutto senza fine, elaborarlo è impossibile. Quando ne parlo con la mia psicologa, so che avrò un feedback positivo, senza alcun giudizio.


Gli amici e i parenti spesso faticano a trovare le parole giuste: sbagliano approccio, e sminuiscono la situazione, oppure negano la questione e cambiano argomento. L’ora di psicoterapia diventa un momento in cui posso entrare in contatto con la parte più intima di me, dove vengo guidato dalla psicologa che, come una novella Virgilio, mi guida nei gironi più reconditi del mio inconscio.


Sono poi seguito da una psichiatra per il trattamento farmacologico. Ormai è assodato che il Covid possa causare danni neurologici che si manifestano con una sequela di disturbia: affaticamento cognitivo, brain fog, cefalee, disturbi del sonno, solo per citarne alcuni. Una terapia adeguata è fondamentale per gestire queste situazioni: sono grato ai farmaci antidepressivi che mi hanno consentito di non impazzire dal dolore.


centro di salute mentale
Centro di salute mentale (immagine AI)

Purtroppo questi farmaci, oltre ad avere degli effetti collaterali, possono dare positività agli esami antidroga effettuati durante un controllo stradale: grazie al nuovo codice della strada varato da Salvini, rischierei seri guai. Già vivo una condizione ai confini della realtà, ci manca solo una denuncia e il ritiro della patente!


Quindi eccomi di fronte al Centro Psicosociale (il Centro di Salute Mentale è chiamato così in Lombardia, dove vivo). È una struttura che si trova in una zona periferica della città, circondata da campi e da numerosi alberi che crescono attorno alle rogge tipiche della mia zona.


Sono entrato con un po’ di batticuore: tutte le volte che affronto una visita, mi sale un po’ di ansia. In passato, alcuni medici mi hanno dato del pazzo visionario perché non credevano al Long Covid. La sensazione che ho provato in quei momenti è stata orribile e ora, novello cane di Pavlov, d’istinto sono prevenuto quando mi avvicino a una struttura medica.


In realtà ho trovato un ambiente rilassato e amichevole: come dalla psicologa non mi sono mai sentito a disagio mentre raccontavo la mia storia clinica agli infermieri e ai medici che mi hanno visitato. La psichiatra che ha eseguito la consulenza è stata molto gentile ed estremamente professionale. Mi ha ascoltato a lungo e mi ha posto domande ben precise che l’hanno aiutata a comprendere meglio la mia situazione. Ha chiamato la psichiatra che mi segue privatamente e ha concordato la diagnosi di disturbo depressivo dovuto a un’altra condizione medica (il Long Covid).


Mi ha tolto alcuni dubbi sull’iter di richiesta di invalidità, mentre non ha potuto darmi risposte chiare sul nuovo codice della strada, perché il Ministero dei Trasporti non ha per ora inviato alcuna precisazione sui farmaci antidepressivi (come al solito Salvini si è dimostrato forte con i deboli e debole con i forti. Complimenti ministro!).


Sono uscito soddisfatto dalla visita e felice nel constatare che ci sono centri a cui rivolgersi con fiducia per la propria salute mentale.


Dovrò invece aspettare per potermi mettere nuovamente alla guida. Ministro Salvini, quando ci diamo una svegliata?!


 

 
 
 

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